L’Orto Botanico di Modena fu fondato nel 1758, per volontà di Francesco III d’Este, duca di Modena e Reggio Emilia, che destinò una parte del giardino di corte alla coltivazione delle piante medicinali. Contemporaneamente iniziarono le nuove Letture di Medicina per la parte Botanica, il cui titolare era il medico Gaetano Rossi. Nel 1765 si stabilí una Cattedra Pubblica di Botanica a vantaggio della Facoltà Medica e dell’Arte Aromataria; nel 1772 la Riforma Universitaria sancí il passaggio dell’Orto Botanico alla giurisdizione dell’Università. Su disegno dell’architetto Giuseppe Maria Soli, furono costruite le aiuole per la coltura delle piante officinali, disposte intorno a una vasca centrale che serviva all’irrigazione e al mantenimento della flora acquatica (Mor e Di Pietro, 1975). L’assetto architettonico generale si è conservato nel tempo, anche se importanti variazioni perimetrali ne hanno alterato i confini: alcune, dovute all’urbanizzazione, interessarono aree destinate ad arboreto intorno alla Montagnola, mentre quella piú recente riguardò il parterre ottocentesco, la cui parte meridionale fu ceduta negli anni Quaranta del Novecento all’Amministrazione Militare. Tra il XVIII e il XX secolo, l’Orto Botanico fu diretto da numerosi illustri studiosi, che nelle loro attività didattiche e di ricerca fecero grande uso del collezionismo scientifico su cui era imperniata l’attività dell’Istituzione. Ne conseguí un forte incremento del patrimonio di libri, exsiccata, raccolte di semi, frutti, legni e altri reperti vegetali, oggi di grande valore museale, custodite nell’Erbario storico, nella Xiloteca e nella Carpoteca. In questo periodo venne creato il “Parterre Scuola”, struttura dedicata alla coltivazione delle piante officinali: composto da aiuole disposte secondo un disegno dell’Architetto Giuseppe Maria Soli, aveva al centro una grande vasca circolare destinata all’irrigazione e ad ospitare la flora acquatica. L’occupazione delle truppe francesi alla fine del ‘700 rappresentò un momento di estrema difficoltà, da cui l’Orto Botanico si riprese solo nei primi decenni del 1800. Gli studiosi chiamati a dirigere l’istituzione curarono ed ampliarono la biblioteca e le collezioni botaniche, strumenti indispensabili per lo sviluppo delle attività di ricerca. In questo periodo inoltre, il moltiplicarsi dei viaggi e degli scambi con paesi lontani stimolò sempre di più l’attenzione verso le specie esotiche, facendo nascere l’esigenza di opportune strutture a protezione dai rigori del clima locale. Nel 1836 vennero ultimate le due grandi “Serre Ducali”, successivamente collegate fra loro da un edificio da utilizzare come museo/erbario. Risalgono a questo periodo le prime “Esposizioni dei fiori” in Modena, organizzate a cadenza annuale dall’Orto Botanico a partire dal 1844, che divennero importanti occasioni di incontro fra botanici e vivaisti per promuovere la cultura botanica e la conoscenza delle piante ornamentali. In ambito accademico l’evento rappresentò una novità per l’Italia e fu imitato da altre prestigiose Università. L’acquisizione di materiale scientifico continuò incessantemente fino ai giorni nostri, con libri, collezioni in erbario, raccolte di semi, frutti, legni ed altri reperti vegetali; mentre le collezioni di piante vive, che variarono per tipologia e consistenza nei diversi periodi, arrivarono presto a superare il migliaio di esemplari. Verso la metà degli anni 80, l’Orto Botanico iniziò ad affiancare ai suoi tradizionali compiti accademici una intensa attività di diffusione della cultura scientifico- naturalistica, aprendosi al pubblico e in particolare alle scuole. Nel 1990 venne allestita una serra per la coltivazione e l’esposizione delle piante succulente, mentre nel 1994 fu ultimata la serretta semi-interrata ubicata in prossimità dell’ingresso, oggi adibita ad accogliere piante esotiche di clima caldo-umido.

L’Orto Botanico nel 1842
L’Orto Botanico in una cartolina storica di inizio Novecento
L’Orto Botanico negli anni sessanta del Novecento